[{"@context":"http:\/\/schema.org\/","@type":"BlogPosting","@id":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/2021\/10\/02\/monetazione-di-luceria-wikipedia\/#BlogPosting","mainEntityOfPage":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/2021\/10\/02\/monetazione-di-luceria-wikipedia\/","headline":"Monetazione di Luceria – Wikipedia","name":"Monetazione di Luceria – Wikipedia","description":"IL monetazione di Luceria riguarda le monete emesse a Luceria, citt\u00e0 della Daunia (l’odierna Lucera), dopo la deduzione, da parte","datePublished":"2021-10-02","dateModified":"2021-10-02","author":{"@type":"Person","@id":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/author\/lordneo\/#Person","name":"lordneo","url":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/author\/lordneo\/","image":{"@type":"ImageObject","@id":"https:\/\/secure.gravatar.com\/avatar\/44a4cee54c4c053e967fe3e7d054edd4?s=96&d=mm&r=g","url":"https:\/\/secure.gravatar.com\/avatar\/44a4cee54c4c053e967fe3e7d054edd4?s=96&d=mm&r=g","height":96,"width":96}},"publisher":{"@type":"Organization","name":"Enzyklop\u00e4die","logo":{"@type":"ImageObject","@id":"https:\/\/wiki.edu.vn\/wiki4\/wp-content\/uploads\/2023\/08\/download.jpg","url":"https:\/\/wiki.edu.vn\/wiki4\/wp-content\/uploads\/2023\/08\/download.jpg","width":600,"height":60}},"image":{"@type":"ImageObject","@id":"https:\/\/upload.wikimedia.org\/wikipedia\/commons\/thumb\/9\/90\/Le_monete_attribuite_alla_zecca_dell%27antica_citt%C3%A0_di_Luceria_frontespizio.jpg\/220px-Le_monete_attribuite_alla_zecca_dell%27antica_citt%C3%A0_di_Luceria_frontespizio.jpg","url":"https:\/\/upload.wikimedia.org\/wikipedia\/commons\/thumb\/9\/90\/Le_monete_attribuite_alla_zecca_dell%27antica_citt%C3%A0_di_Luceria_frontespizio.jpg\/220px-Le_monete_attribuite_alla_zecca_dell%27antica_citt%C3%A0_di_Luceria_frontespizio.jpg","height":"301","width":"220"},"url":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/2021\/10\/02\/monetazione-di-luceria-wikipedia\/","wordCount":10537,"articleBody":"IL monetazione di Luceria riguarda le monete emesse a Luceria, citt\u00e0 della Daunia (l’odierna Lucera), dopo la deduzione, da parte dei Romani, di una colonia latina. La citt\u00e0 coni\u00f2 monete nel periodo tra circa il 275 a.C. e la seconda guerra punica. Nella citt\u00e0 furono in seguito coniate monete romane in due periodi: 214-212 a.C. [Primo] e nel 211-208 a.C. [2] Le monete di Luceria fanno parte dell’insieme di quelle emesse da colonie e alleati di Roma nella Apulia antica; dopo la seconda guerra punica Luceria, come la maggior parte dei centri dell’Italia oramai romana, non coni\u00f2 pi\u00f9 monete proprie e adott\u00f2 la monetazione romana, incentrata sul denario. Tradizionalmente i numismatici trattano le monete di Luceria come parte della monetazione greca. [3] Le monete romane coniate a Luceria sono invece considerate tra quelle romane. [3] Buona parte delle monete sono esposte nel Museo di archeologia urbana “Giuseppe Fiorelli” di Lucera. Il frontespizio del lavoro di Gennaro Riccio Esistono alcuni lavori specifici sulle monete di Luceria. Il primo \u00e8 un testo scritto nel 1846 con il titolo Le monete attribuite alla zecca dell’antica citt\u00e0 di Luceria il cui autore \u00e8 Gennaro Riccio, uno studioso dell’epoca che ha pubblicato diversi altri lavori tra cui un Le monete delle antiche famiglie di Roma , sulle monete della repubblica romana. Un’altra monografia \u00e8 stata presentata nel 1906 in Corolla numismatica una serie di saggi numismatici dedicati a Barclay Vincent Head. L’autore \u00e8 Herbert Appold Grueber, autore di diversi saggi di numismatica. Nel 1993, in un convegno tenuto a Lucera, dal titolo Lucera antica: l’et\u00e0 preromana e romana , il prof. Aldo Siciliano relazion\u00f2 su “La monetazione di Luceria”. Il suo intervento non \u00e8 per\u00f2 presente negli Atti del Convegno di studi storici, editi dal Crsec nel 2001. Esiste anche una breve monografia (quattro pagine) pubblicata da Renzo Riva, nel 1987 in: Memorie dell’Accademia italiana de studi filatelici e numismatici, dal titolo “Sul ‘mezzo vittoriato’ generalmente attribuito a Luceria.” Nonostante diversi lavori si occupino dell’argomento, questi non sono usati per catalogare le monete. Per le monete fuse sono usati testi specifici per questa tipologia monetaria: Ernst Haeberlin: Aes Grave (1910, con ristampa anastatica del 1967) e Vecchi: Italian Cast Coinage (2013). Le monete di pertinenza di Luceria in quest’ultimo testo sono numerate da 272 a 288. Per i bronzi battuti i riferimenti sono il testo “Historia numorum Italy” scritto da un gruppo di autori coordinati da Keith N. Rutter e varie “Sylloge Nummorum Graecorum”. Le varie Sylloge e “Historia numorum Italy” sono usati per catalogare anche le monete fuse. Le monete di Historia Numorum Italy pertinenti a questa zecca sono numerate da 668 a 684. Per le monete coniate dai romani a Luceria sono usati testi sulla monetazione romana repubblicana (Sydenham e Crawford). Nel testo di Crawford i due gruppi di monete romane coniate a Luceria sono catalogate nella serie 43 il primo (pp.\u00a0153\u2013154) e nelle serie da 97 a 99 il secondo (pp.\u00a0183\u2013190). Luceria rivestiva un ruolo di importanza strategica nella Daunia. Pass\u00f2 sotto il controllo dei Romani nel 321 a.C. e nel 314 divenne una colonia latina [4] . La monetazione cade in gran parte negli anni che seguono la deduzione della colonia [5] . La monetazione di Luceria \u00e8 collocata nell’ultimo quarto del III secolo a.C. [5] . Si tratta di monete di bronzo fuse, con pi\u00f9 serie, e di monete battute in una serie. Inoltre sono attribuite alla zecca di Luceria alcune monete romane coniate durante la seconda guerra punica Le monete autonome, presentano una libbra suddivisa in base 10 anzich\u00e9 in base 12 [5] . Questa suddivisione \u00e8 caratteristica di una serie di comunit\u00e0 tutte collocate nella costa adriatica. Oltre a Luceria hanno questa suddivisione alcune comunit\u00e0 dell’Umbria (Ariminum), dei Vestini, del Picenum (Hatria) e della Apulia (Venosa) [6] La suddivisione decimale fu usata anche da Capua durante la seconda guerra punica. In questo caso le frazioni prendono nomi differenti rispetto a quelli utilizzati nella costa tirrenica, dove la libra \u00e8 suddivisa in 12 once. Si parla in questo caso di biuncia, teruncia, quadruncia, e quincuncia, cio\u00e8 dal valore di 2, 3, 4 o 5 once [7] . La libbra di riferimento \u00e8 comunque diversa tra le comunit\u00e0: ca. 379 g a Ariminum, Hatria, o di ca. 341 g in Apulia [6] . Table of ContentsMonetazione fusa – primo periodo [ modifica | Modifica wikitesto ” Monetazione fusa – secondo periodo [ modifica | Modifica wikitesto ” Monetazione fusa – terzo periodo [ modifica | Modifica wikitesto ” Monetazione battuta [ modifica | Modifica wikitesto ” Monetazione romana – primo periodo [ modifica | Modifica wikitesto ” Monetazione romana – secondo periodo [ modifica | Modifica wikitesto ” Collezioni [ modifica | Modifica wikitesto ” Monetazione fusa – primo periodo [ modifica | Modifica wikitesto ” Asse Testa di Ercole volta a destra che indossa una testa di leone. Sotto clava. Protome equina volta a sinistra. Grave AES, PESI DA 361 a 341 g ca. [8] A questo primo periodo sono ascritte alcune monete la cui attribuzione alla zecca di Luceria comunque non \u00e8 sicura. Si tratta di alcune monete fuse collocate intorno al 280 a.C. [9] – 275 A.C. [5] . Alcune di queste monete sono citate in una monografia sull’aes grave pubblicata sulla Rivista italiana di numismatica nel 1891, [dieci] . La prima moneta (HN Italy, 668; Vecchi 333) \u00e8 un asse fuso dal peso medio di 327 g [5] . Al dritto \u00e8 raffigurata la testa laureata di Apollo volta a destra e al rovescio un cavallo al galoppo con sopra una grande stella a 16 raggi. La moneta a volte presenta al dritto la legenda C.Modio CR.F. L. Pvlio L.F. . Il tipo Apollo-cavallo al galoppo \u00e8 presente in un coevo statere romano-campano e in un bronzo romano datato ca. 235 a.C. [11] . Una seconda moneta riportata su Historia Numorum Italy (HN Italy, 669) \u00e8 un asse che reca al dritto la testa di Apollo e a volte, sulla sinistra l’indicazione del valore (I). Al rovescio \u00e8 raffigurato un gallo. Spesso \u00e8 presente il segno di valore. Alcuni esemplari recano la legenda L. Sixth Sep. Babi , altri M. LAVINIO , altri ancora non recano alcun nome [5] . Una terza moneta presenta al dritto la testa di Ercole volta a destra e al rovescio una protome equina (Thurlow-Vecchi 272) [9] . I motivi dell’attribuzione di questa moneta a Luceria non sono esplicitati. Questa moneta \u00e8 considerata come appartenente a questa zecca anche da Riccio e Grueber [dodicesimo] . I nomi potrebbero indicare sia duumviri di Luceria che i responsabili della zecca. Monetazione fusa – secondo periodo [ modifica | Modifica wikitesto ” Triente Senuncius serio (circa 220 d.C.) Una serie di monete fuse, dalla quincuncia alla semioncia \u00e8 collocata, da Rutter ed altri, negli anni 225-217 a.C., tra l’inizio della conquista della Gallia cisalpina e la battaglia del Trasimeno [5] che Vecchi anche colloca nel periodo 225-217 [9] . L’asse \u00e8 suddiviso in 10 once. Il peso teorico dell’asse, basandosi sulla quincuncia sarebbe di ca. 224 g, mentre calcolato sulla semioncia il peso sarebbe di circa 433 g [5] . Le monete di questa serie sono tutte illustrate, nel suo testo, da Riccio. Molti tipi sono ripetute in una serie di aes grave emessa successivamente con pesi ridotti. Aes grave, secondo periodo Immagine Valore Dritto Rovescio Peso (Quindi Rutter et al. [5] ) Catalogazione Finta Quattro raggi di ruota. Quattro raggi di ruota; cinque tortelli. 90-125 g Riccio, cl. Io, 3; HN Italia 670, Haeberlin p. 183; Thurlow – Vecchi 274 quadruzione Fulmine. Clava, quattro tortelli. 90-137 g Riccio, cl. Io, 4; HN Italia 671, Haeberlin p. 183; Thurlow – Vecchi 275 Teruncia Stella a sei raggi. Delfino che nuota verso sinistra; sotto tre tortelli. 63-118 g Riccio, cl. Io, 5; HN Italia 672, Haeberlin p. 183-4; Thurlow – Vecchi 276 Biuncia Conchiglia di capasanta. Astragalo, due tortelli. 64-80 g Riccio, cl. Io, 6; HN Italia 673, Haeberlin p. 184; Thurlow – Vecchi 277 oncia Giorno. Spiga di cereale, un tortello. 26-51 g Riccio, cl. Io, 7; HN Italia 674, Haeberlin p. 184-5; Thurlow – Vecchi 278 semioncia Crescente. Tiro. 13-32 g Riccio, cl. Io, 4; HN Italia 671, Haeberlin p. 185-6; Thurlow – Vecchi 275 Monetazione fusa – terzo periodo [ modifica | Modifica wikitesto ” Asse \u00c6 tomba AES. 65,62 g, HN Italia 676 Esiste un terzo gruppo di monete, con valori che vanno in questo caso dalla unit\u00e0 (asse o moneta ) fino alla semioncia. I tipi sono sostanzialmente gli stessi della serie precedente con l’aggiunta dell’unit\u00e0, che non \u00e8 presente nell’altra serie. L’emissione \u00e8 collocata, da Rutter ed altri, negli anni 217-212 a.C., cio\u00e8 tra la battaglia del Trasimeno e la conquista di Siracusa ad opera di Marco Claudio Marcello [5] , anche Vecchi la colloca nel periodo intorno al 217-212 a.C., cio\u00e8 subito prima dell’inizio della seconda guerra punica [9] . La serie si basa su un asse di 79 g circa. Le differenze sono date oltre al peso ridotto e all’asse, anche dalla presenza al rovescio dell’indicazione di zecca, assente nella serie precedente, tramite la lettera o pi\u00f9 raramente L [5] [9] . Riccio associa a questo gruppo un semisse romano, catalogato come Cr. 43a e datato da Crawford 214-212 a.C. [13] La teruncia di questa serie differisce da quello della serie precedente, oltre che per gli aspetti metrologici, anche perch\u00e9 la stella presente otto raggi anzich\u00e9 sei. Aes grave, terzo periodo Immagine Valore Dritto Rovescio Peso (Quindi Rutter et al. [5] ) Catalogazione asse Testa di Ercole volta a sinistra. Cavallo inalberato dx; in alto stella, sotto . 56-92 g Riccio, cl. II, 1; HN Italy 676, Haeberlin p.\u00a0187; Thurlow – Vecchi 280 Monetazione battuta [ modifica | Modifica wikitesto ” Alla terza monetazione fusa segue una prima monetazione al martello, caratterizzata dalla presenza dell’etnico oVCERI nel rovescio di tutte le monete. I tipi presentano al dritto la testa di una divinit\u00e0 e al rovescio ripropongono temi ripresi da quelli delle monetazioni precedenti [5] . Poich\u00e9 non \u00e8 una serie fusa, non \u00e8 presente in Thurlow – Vecchi n\u00e9 in Haeberlin. Per la semioncia sono presenti due tipi diversi. Rutter et al. datano queste monete nel periodo 211 – 200 a.C., quindi contemporaneamente alla data della prima emissione del denario (211 a.C.). Coniazione al martello, emissione autonoma Immagine Valore Dritto Rovescio Peso (Quindi Rutter et al. [5] ) Catalogazione Finta Testa di Minerva con elmo corinzio; sopra cinque tortelli. Ruota a otto raggi; tra i raggi Ovceri. 12-18 g Ricicio, cl. III, 1; Hn Italia quadruzione Testa di Ercole; dietro quattro tortelli. Faretra, clava e arco; in mezzo Ovceri. 11-14 g Ricicio, cl. III, 2; Hn Italia Teruncia Testa di Nettuno laureato; dietro tre tortelli. Delfino a destra; in alto tridente, sotto Ovceri. 8-11 g Ricicio, cl. III, 3; Hn Italia Biuncia Testa di Cerere velata e laureata; dietro due tortelli. Conchiglia di capasanta; sotto Ovceri. 6-7 g Ricicio, cl. III, 4; Hn Italia oncia Testa laureata di Apollo; sulla spalla arco e faretra; a sinistra un tortello. Rana; intorno Ovceri. 2-5 g Ricicio, cl. III, 5; Hn Italia semioncia Teste giugate dei Dioscuri, indossano il pileo. Cavalli dei Dioscuri; in alto Ovceri. circa. 2 g Ricicio, cl. III, 6; Hn Italia semioncia Testa di Diana volta a destra. Ha un crescente come diadema. Crescente; in alto Ovceri. circa. 2 g Ricicio, cl. III, 7; Hn Italia Monetazione romana – primo periodo [ modifica | Modifica wikitesto ” Questa serie \u00e8 costituita da monete romane coniate da una zecca situata a Luceria. Le monete si distinguono dalle altre coniazioni romane per la presenza della lettera . La serie \u00e8 costituita da valori che dall’asse scendono fino alla semioncia La datazione di questa serie secondo Crawford \u00e8 nel periodo 214-212 a.C. [14] , durante la guerra annibalica. La serie presenta i tipi caratteristici della monetazione romana repubblicana enea con la prora della nave presente al rovescio di tutti i valori. L’asse \u00e8 una moneta fusa. Il semisse ha due varianti: la prima \u00e8 fusa e l’altra \u00e8 battuta. Haeberlin elenca per l’asse 9 esemplari e per il semisse fuso 22 [14] . Quest’ultima moneta era inserita da Riccio tra quelle della II classe [15] . La serie delle monete \u00e8 catalogata come Crawford 43. I singoli valori sono quindi catalogati come 43\/1, 43\/2 etc [14] . L’asse su cui si basa la serie ha un peso standard di 83 grammi circa, calcolato su 45 esemplari dall’asse al triente [14] . L’identificazione con questo centro \u00e8 data dalla presenza della , una forma arcaica della lettera L. Monetazione romana – secondo periodo [ modifica | Modifica wikitesto ” Quinario Testa elmata di Roma; dietro V (segno di valore); sotto . I Dioscuri a cavallo verso destra. In esergo ROMA in riquadro. Quincunx Testa laureata di Apollo; dietro. I Dioscuri a cavallo verso destra, ROMA sotto; \u2022\u2022\u2022\u2022\u2022 Aggiunta in esergo. Mezzo vittoriato Testa elmata di Minerva volta a destra, sotto . Cavaliere sin.; sotto “T”; [dietro “S”]; ROMA in esergo Crawford 98a\/2; Riccio Classe IV, 15 Semioncia Teste giugate dei Dioscuri, T dietro. Cavalli dei Dioscuri; in esergo. Crawford 98A\/8 (da Riccio, tavola IV). A questo periodo appartengono le serie identificate come 97, 98A, 98B e 99 da Crawford [17] . Si tratta quindi di un numero elevato di monete, che comprendono sia argento che bronzo e che sono state battuta da Roma a Luceria durante la seconda guerra punica. Le monete sono numerate con il numero della serie e il numero del valore all’interno della serie (ad esempio 97\/1). Le eventuali varianti sono distinte da una lettera (97\/1a) Prima serie Crawford suddivide la prima delle serie, la 97, in 6 gruppi. Al primo gruppo appartengono un vittoriato e un quinario, entrambe denominazione argentee. Il vittoriato \u00e8 simile alle monete romane con questa denominazione e si differenzia sostanzialmente per la sola presenza della lettera al rovescio che si trova tra il trofeo e la Vittoria effigiati al rovescio [18] . Crawford elenca tre varianti, con differenze minime, identificati come 97\/1a, b, c [19] . Anche il quinario (da Cr. 97\/2 a 97\/8) si distingue per la presenza della lettera , in questo caso al dritto. Al secondo gruppo della serie, costituito esclusivamente da monete di bronzo, oltre alle monete standard delle emissioni romane repubblicane dal triente alla semioncia, appartiene un quincunx (Cr. 97\/3) che presenta la testa di Apollo al dritto, con la lettera , e dai Dioscuri e la legenda ROMA al rovescio. Per gli altri valori sono utilizzati i tipi standard delle emissioni romane, con al rovescio la prora di galea e la lettera , che caratterizza le emissioni. Queste emissioni sono indicate da 97\/4 a 97\/8. Il peso standard di questo secondo gruppo si basa su un asse di 64 g circa [20] . Il terzo gruppo (Crawford da 97\/9 a 97\/15) presenta sia monete romane standard (semisse, triente, quadrante, sestante e oncia) che due monete fuori dallo standard: un quincunx e un destante. Il primo (Cr. 97\/11) gli stessi tipi gi\u00e0 visti, con Apollo e i Dioscuri; il destante, una moneta particolarmente rara, presente solo nelle emissioni di questa zecca [21] , ha il valore di dieci once e presenta al dritto la testa di Cerere e al rovescio una Vittoria che guida una quadriga. La figura al rovescio era stata interpretata da Riccio come Giove [22] e di conseguenza disegnato con questo aspetto [23] . Il peso standard del terzo gruppo si basa su un asse di 45 g circa [24] . Il quarto gruppo (Crawford da 97\/16 a 97\/21) \u00e8 costituito da destante, semisse, triente, quadrante, sestante e oncia. I tipi sono gli stessi del gruppo precedente. La differenza \u00e8 costituita dal peso standard che nel quarto gruppo si basa su un asse di 36 g circa [24] . Il quinto gruppo (Crawford da 97\/22 a 97\/27) presenta un asse con due varianti ed alcune delle denominazioni viste in precedenza. L’asse ha come tipi quelli standard della monetazione romana, con Giano al dritto e la prora di nave al rovescio. Le altre monete sono: destante, semisse, triente, quadrante e sestante. Il peso si basa su un asse di 23,5 g circa [25] . Il sesto gruppo \u00e8 rappresentato solamente da un asse dal peso medio di circa 9 g su cui \u00e8 raffigurato Giano. [25] Seconda serie Questa seconda serie, catalogata come Crawford 98A, \u00e8 caratterizzata dalla presenza delle lettere e \u03a4. La serie comprende 8 denominazioni, \u00e8 datata negli anni 211-210 a.C. e comprende quattro monete d’argento e 4 di bronzo. Le monete d’argento sono: vittoriato, mezzo vittoriato, quinario e sesterzio d’argento. Il peso delle monete di basa su un denario di 4,5 g circa [26] . Il mezzo vittoriato \u00e8 una moneta particolarmente rara, che si trova solo in questa coniazione; presenta al dritto la testa di Minerva con l’elmo corinzio e al rovescio un cavaliere [26] . Anche il sesterzio, dal valore di un quarto di denario \u00e8 una moneta raramente coniata durante la repubblica. Le denominazioni d’argento, a parte il mezzo vittoriato, mostrano i tipi standard. Il vittoriato ha al dritto la testa di Giove e al rovescio la Vittoria che incorona un trofeo. Il quinario e il sesterzio hanno a dritto la testa della dea Roma e al rovescio i Dioscuri; oltre alla differenza nel peso queste due ultime monete si distinguono per il segno di valore: V (cio\u00e8 cinque) per il quinario e IIS (cio\u00e8 due e mezzo) per il sesterzio. Le monete enee sono: quadrante, sestante, oncia e semioncia. Queste monete sono caratterizzati dalla presenza della lettera . Il quadrante presenta il tipo con la test di Mercurio e la prora che \u00e8 lo standard della monetazione romana del periodo. Le altre monete presentano tipi diversi. Il sestante ha a dritto la testa di Minerva e al rovescio i Dioscuri, l’oncia le testa elmata di Roma al dritto e un Dioscuro al rovescio mentre la semioncia mostra le teste dei giugate Dioscuri al dritto e i loro cavalli al rovescio. Gli stessi tipi erano presenti nella moneta di pari valore della prima monetazione battuta al martello di Luceria [26] . Terza serie La terza serie, catalogata come Crawford 98B, \u00e8 costituita solo da un quinario con la testa elmata di Roma e i Dioscuri al rovescio. La sua pertinenza a Luceria non \u00e8 certa [26] . Quarta serie Questa serie, catalogata come Crawford 99, \u00e8 caratterizzata dalla presenza delle lettere , una forma arcaica della lettera greca \u03a0, cio\u00e8 la pi nell’alfabeto greco [26] ; \u00e8 costituita esclusivamente da monete di bronzo. La serie \u00e8 divisa in due gruppi. Al primo gruppo appartengono nove denominazione che vanno dall’asse alla semioncia comprendendo, oltre ai valori standard della monetazione romana in bronzo dell’epoca, anche il destante. I tipi delle monete sono quelli gi\u00e0 visti nella prima serie. La differenza \u00e8 nelle legende che presentano la lettera gi\u00e0 vista e nel peso medio dell’asse di riferimento che in questo caso \u00e8 di 22,5 g circa [27] . Il secondo gruppo \u00e8 composto esclusivamente da un asse, con Giano e la prora di nave. La moneta presenta un peso di 28 g circa ed \u00e8 separata dalle altre per questo motivo [27] . Crawford ipotizza che la lettera possa rappresentare la sigla del magistrato monetario [27] . Thompson et al. [28] elencano un unico tesoro che include monete di Luceria, indicato con il numero 2046. Fu ritrovato nel 1854 a Campo Laurelli, “tre miglia a nord di Toro” [29] , nei dintorni di Campobasso. Il tesoro \u00e8 descritto nel Bullettino Archeologico Napoletano del 1855. Il ritrovamento presenta \u00c8 costituito da 86 monete d’argento e da 13 bronzi. I bronzi sono 7 provenienti da Roma, di cui 2 fusi e gli altri battuti, uno proviene da Arpi, sempre nell’Apulia, uno da Teate, tre sono non classificabili. La moneta proveniente da Luceria \u00e8 un aes grave identificato come “triente” [30] ; potrebbe essere la quadruncia catalogata come HN Italy 671. Il tesoro \u00e8 di scarso interesse: nell’articolo vengono descritte tutte le monete trovate nel sito archeologico senza ulteriori specificazioni. La scarsezza dei ritrovamenti contestualizzati, in tutto un’unica moneta, non permette di ricavare informazioni sulla datazione e sulla circolazione. L’alfabeto utilizzato \u00e8 quello latino della fine del III secolo a.C.: le lettere U e L sono rese rispettivamente con V e . Le serie fuse sono caratterizzate dalla sola presenza della lettera , mentre la serie battuta al martello presenta l’etnico nella forma Ovceri. Monetazione argentea Per le monete in argento il piede monetario utilizzato \u00e8 lo stesso dei Romani, basato su un denario di 4,5 g circa. I vittoriati presentano un peso medio di 2,98 g e i quinari 2,02 grammi [26] . Il peso degli esemplari tende a essere minore del peso teorico a causa dell’usura. Monetazione enea Le monete di bronzo presentano piedi diversi nelle varie coniazioni. Monete fuse del primo periodo Alcune (HN Italy 668) hanno un peso medio di 327 g, mentre altre (HN Italy 669) hanno un peso di 282 g quelle con i nomi e di 226 g quelle senza. Monete fuse del secondo periodo L’asse di riferimento calcolato sul quincunx \u00e8 di 224 g (HN Italy 670-675). Monete fuse del terzo periodo L’asse di questa serie \u00e8 di 79 g (HN Italy 676-677). Monetazione battuta Questa \u00e8 coniata intorno a un asse teorico di 40 g circa (HN Italy 678-684). Monetazione romana La serie Crawford 97 presenta nel secondo gruppo (il primo \u00e8 costituito solo da monete argentee) un piede di 64 g circa, nel terzo di 45 g, nel quarto di 36 g, nel quinto di 23,5 e l’asse del sesto gruppo presenta un asse di 9 grammi. La seconda serie, catalogata come Crawford 98A, presenta un piede con un asse di 54 grammi e quella catalogato come Crawford 99, la quarta, un asse di circa 22,5 grammi. ^ Crawford Conio repubblicano romano , P. 153. ^ Crawford, Conio repubblicano romano , P. 193-190. ^ UN B Eckhel: L’insegnamento dell’antico . ^ Livio, Dai libri della citt\u00e0 , Ix. ^ UN B C D \u00c8 F G H io J K l M N Rutter et al., Storia di numerosi Italia , pp. 79-80. ^ UN B F. Challi Monete dell’Italia antica , P. 98. ^ I nomi delle frazioni della libbra suddivisa in 12 once sono dati da frazioni: semisse (cio\u00e8 semi asse: 1\/2), triente (1\/3), quadrante (1\/4), sestante (1\/16). ^ Thurlow – Vecchi 272. ^ UN B C D \u00c8 Thurlow – Vecchi, Conio il cast italiano P. 41. ^ Rivista italiana di numismatica, 1891, P. 51 . ^ Bronzo romano. ^ Grueber, Corolla numismatica , P. 116. ^ Crawford, Conio repubblicano romano , P. 153-154. ^ UN B C D Crawford, Conio repubblicano romano , P. 43. ^ Riccio, Le monete attribuite alla zecca dell’antica citt\u00e0 di Luceria , P. 14 . ^ Secondo Crawford. ^ Crawford, Conio repubblicano romano , pp. 183-190. ^ Vittoriato. ^ Crawford, Conio repubblicano romano , P. 183. ^ Crawford, Conio repubblicano romano , P. 185. ^ Kl\u00fctz, Nomi minici e la loro origine , Vienna, 2004; voce: Dextans . ^ Riccio, Le monete attribuite alla zecca dell’antica citt\u00e0 di Luceria , P. 17 . ^ La moneta secondo Riccio. ^ UN B Crawford, Conio repubblicano romano , P. 186. ^ UN B Crawford, Conio repubblicano romano , P. 187. ^ UN B C D \u00c8 F Crawford, Conio repubblicano romano , P. 188. ^ UN B C Crawford, Conio repubblicano romano , P. 190. ^ Igch . ^ Giornale archeologico , Volumi 15-16, 1857. ^ Toro. arco. pisolino. , P. 130. 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