Arco Ethrusco – Wikipedia

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L ‘ Arco Etrusco O di Augusto è una delle sette porte delle mura etrusche di Perugia. Fu costruito nella seconda metà del III secolo a.C. e fu fatto ristrutturare da Augusto nel 40 a.C. dopo la sua vittoria nella guerra di Perugia . Rappresenta la più integra e monumentale delle porte etrusche cittadine e si apre sul Carta massima della città, corrispondente all’attuale via Ulisse Rocchi.

L’antica Perusia, oggi Perugia, appare per la prima volta nella storia come una delle 12 città confederate dell’Etruria. Viene menzionato per la prima volta nel racconto della guerra del 310 o 309 aC tra Etruschi e Romani. Prese però parte importante alla ribellione del 295 aC e si ridusse, con Vulsinii e Arretium (Arezzo), a cercare la pace l’anno successivo. Nel 216 a.C. e nel 205 a.C. assiste Roma nella seconda guerra punica,durante la campagna di Annibale. In quel periodo fu costruito il muro che circondava la città e la rese inespugnabile. Una delle sette porte della cinta muraria era quella che oggi è nota come Arco Etrusco.

Secondo i tardi scrittori, le autorità cittadine erano legate fin dalla sua conquista alla Persone Antonia , di cui erano clienti . Nella guerra civile si stabilì in città Lucio, fratello di Marco Antonio e quindi Ottaviano, il futuro Augusto aveva cinto di assedio Perugia per ben sette mesi, all’incirca nel 40 a.C., prima che la città capitolasse. Lucio si era asserragliato nella città, un bastione molto difficile da espugnare, posto in altura e protetto dalla cinta muraria che univa le sette porte. Inoltre, dalle cronache di Dione Cassio, sappiamo anche che l’esercito di Lucio era numericamente forte e la città era ben rifornita di viveri. L’assedio di Perugia ebbe il suo culmine con l’incendio della Città, si dice per consiglio di Caio Cestio soprannominato Macedonico, il quale, a sua volta, era originario di Perugia.

Negli anni successivi Perugia fu restituita al suo splendore dai Perugini sotto gli auspici di Cesare Augusto che nel frattempo aveva sterminato i nobili a lui ostili sostituendoli, alla guida della città, con nobili famiglie amiche, tra cui la più importante quella dei Vibi. Dell’incendio del 40 a.C. rimangono tracce dei resti di una villa romana rinvenuta negli scavi sotto la cattedrale di San Lorenzo, Duomo di Perugia. Nel periodo Augusteo, nelle pietre etrusche dell’antico sesto dell’arco, fu scolpita la scritta AVGVSTA PERVSIA.

Perugia divenne colonia romana tra gli anni 251 e 253 della nostra era. Sotto il imperatore romano di origini perugine Gaio Vibio Treboniano Gallo e del figlio co-imperatore Volusiano Veldumniano ambedue della famiglia Vibia. L’altra iscrizione sull’arco risale a quell’epoca. La stessa orna la fascia orizzontale superiore e reca, “COLONIA VIBIA”.

L’arco è costituito da una facciata attraversata da un solo fornice (cioè da una sola arcata) e da due torrioni trapezoidali. Su uno dei due torrioni è stata costruita, in epoca rinascimentale, una loggia; la fontana ai piedi dello stesso torrione è stata finita di costruire nel 1621. Sopra l’arco (a due filari concentrici) vi è un fregio ornato da metope con scudi rotondi e triglifi; sopra questo vi è un altro archetto tra due pilastri.

Nel filare interno possiamo leggere la scritta Augusta Basic , cioè il nome della città dopo la ricostruzione del 40; nel filare esterno vi è incisa la scritta Colon Vibia Con il testimiere “Right of Colonies” Ricevuto dà Treboniano Gallo. [Primo]

Di fronte all’arco sorge Palazzo Gallenga Stuart, sede dell’Università per Stranieri.

  • Touring Club Italiano-La Biblioteca di Repubblica, L’Italia: Umbria , Touring Editore, 2004.
  • L’imperatore Gaio Vibio Treboniano Gallo da Monte Vibiano , a cura di F. Cotana, Morlacchi 2012.