[{"@context":"http:\/\/schema.org\/","@type":"BlogPosting","@id":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/2023\/12\/03\/a-priori-e-a-posteriori\/#BlogPosting","mainEntityOfPage":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/2023\/12\/03\/a-priori-e-a-posteriori\/","headline":"A priori e a posteriori","name":"A priori e a posteriori","description":"Da Wikipedia, Liberade Libera. 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Le locuzioni latine a priori \u00c8 a posteriori , che tradotte letteralmente, significano “da ci\u00f2 che \u00e8 prima” e “da ci\u00f2 che viene dopo”, sono riscontrabili nella forma latina per la prima volta nei commentatori di Aristotele ad indicare una conoscenza che proviene da ci\u00f2 che gi\u00e0 \u00e8 prima (deduzione) diversa dal sapere che si raggiunge dopo aver fatto esperienza (induzione). A priori in filosofia \u00e8 un concetto che si riferisce a tutto ci\u00f2 che si pu\u00f2 conoscere indipendentemente dall’esperienza ed \u00e8 quindi opposto a a posteriori , che indica una conoscenza fondata su dati sensibili desunti dall’esperienza [Primo] . Nella storia della filosofia antica e medioevale i due principi riguardano non solo i procedimenti conoscitivi ma assumono anche un significato metafisico che si riferisce alla differenza intercorrente tra il piano dell’essere e quello dell’esperienza. Cos\u00ec in Platone [2] si distingueva tra il sapere rappresentato dalle idea e quello fenomenico empirico. Aristotele supera ogni concezione trascendente e distingue tra l’acquisizione del sapere universale tramite \u03c0\u03c1\u03cc\u03c4\u03b5\u03c1\u03bf\u03bd \u03c0\u03c1\u03cc\u03c2 \u1f21\u03bc\u1fb6\u03c2 (“ci\u00f2 che primo per noi”), cio\u00e8 ci\u00f2 che \u00e8 pi\u00f9 vicino alla sensazione, il particolare, dal \u03c0\u03c1\u03cc\u03c4\u03b5\u03c1\u03bf\u03bd \u03c6\u03cd\u03c3\u03b5\u03b9 (“ci\u00f2 che \u00e8 primo per natura”) vale a dire l’universale dell’intelletto, la causa prima, l’essenza. [3] I filosofi medioevali arabi e successivamente gli scolastici ripresero questi concetti e distinsero la dimostrazione basata sull’ a priori come perfetta poich\u00e9 inizia dalla causa per risalire all’effetto (demonstratio per quid), mentre \u00e8 giudicata imperfetta quella a posteriori Risoralente Dall’effetto alla causa (dimostrazione per). [4] Ancora nel secolo XIV queste espressioni si ritrovano in Alberto di Sassonia, seguace della filosofia di Occam: ‘ La dimostrazione di alcune ragioni dell’effetto e la dimostrazione del primo e la dimostrazione di ci\u00f2 che \u00e8 la pi\u00f9 potente; … la dimostrazione che procede dagli effetti delle cause e tale \u00e8 una dimostrazione dalla posteriore e la dimostrazione non \u00e8 la pi\u00f9 potente. [5] \u00bb Questi principi rimangono in uso nel senso dato dai filosofi medioevali sino al secolo XVII quando ad opera dei filosofi empiristi inglesi e dei razionalisti assumono un significato pi\u00f9 ampio che \u00e8 arrivato sostanzialmente sino ai nostri giorni: vale a dire che l’a priori rappresenta tutto ci\u00f2 che si pu\u00f2 conoscere indipendentemente dall’esperienza come ad esempio la matematica e la geometria mentre l’a posteriori \u00e8 riferito a tutto il sapere basato sui dati sensibili assunti tramite l’esperienza. Filosofi empiristi come John Locke e David Hume discutono sulla possibilit\u00e0 di una conoscenza a priori, concludendo che essa pu\u00f2 riferirsi alle verit\u00e0 innate e necessarie. Hume designa l’a posteriori come “dati fatto” mentre l’a priori si basa su una “relazione di idee”. Per Leibniz le verit\u00e0 desunte dall’a priori sono “verit\u00e0 di ragione” quelle tratte dall’esperienza sono “verit\u00e0 di fatto”, estensive della conoscenza, ma non necessarie, senza cio\u00e8 il rigore logico delle verit\u00e0 di ragione. [4] Il concetto di a priori nella Critica della ragion pura di Kant si ritrova a proposito delle funzioni conoscitive dello spazio e del tempo che sono “funzioni”, modi di funzionamento della nostra mente, quadri mentali a priori, “forme” pure che sussistono prima di ogni esperienza, entro cui connettiamo i dati fenomenici assunti tramite un procedimento a posteriori , sono trascendentali, cio\u00e8 acquistano senso e significato solo se riferiti all’esperienza ma non appartengono all’esperienza, necessari, cio\u00e8 anche se volessi non potrei farne a meno nella conoscenza empirica, e universali, cio\u00e8 appartengono a tutti gli uomini dotati di ragione. Lo spazio e il tempo hanno natura immediata, cio\u00e8 non subiscono la mediazione delle categorie, e non discorsiva in quanto non concepiamo lo spazio dai vari spazi, ma intuiamo i vari spazi come un unico spazio e cos\u00ec il tempo dal succedersi di un unico continuum temporale (dimostrazione metafisica dell’apriorit\u00e0 dello spazio e del tempo). Altri a priori kantiani sono le categorie nella analitica trascendentale e le idee nella dialettica trascendentale. Nella filosofia contemporanea con Konrad Lorenz, grazie alle sue ricerche etologiche, l’a-priori diventa sinonimo di innato nell’individuo, di categorie mentali che a-posteriori derivano filogeneticamente dall’interazione evolutiva della specie con l’ambiente: \u00ab\u00a0[…] qualcosa che sta agli elementi della realt\u00e0 extrasoggettiva come lo zoccolo d’un cavallo sta alla steppa o la pinna d’un pesce all’acqua\u00bb . [6] Il termine “a priori” sta a significare qualcosa che avviene quando, dopo aver fatto esperienza tramite le percezioni del mondo esterno, i nostri progenitori abbiano poi trasferito le conoscenze al patrimonio genetico. Diversa da quella di Lorenz \u00e8 la teoria avanzata da Karl Popper che in polemica con l’etologo sostiene invece che \u00abtutto ci\u00f2 che sappiamo \u00e8 geneticamente a priori\u00bb: nel senso che ogni nostra percezione presuppone una nostra capacit\u00e0 genetica di ordinare e interpretare le sensazioni e di formarci quindi una conoscenza a posteriori. Popper ritiene che \u00e8 kantianamente vero che \u00abogni conoscenza percettiva presuppone una conoscenza a priori\u00bb ma, a differenza della teoria kantiana, l’a priori non esprime una conoscenza necessaria ma ipotetica. Ad esempio il nostro primo approccio con la geometria ci fa congetturare che questa sia di tipo euclideo ma se andiamo oltre lo spazio che pi\u00f9 da vicino ci circonda il carattere euclideo della geometria diviene un’ipotesi. La nostra conoscenza a priori quindi \u00ab\u00e8 solo geneticamente a priori e non valida a priori? Non a priori necessari, non apodittica […] a posteriori sono le eliminazioni delle ipotesi, l’urto delle ipotesi con la realt\u00e0.\u00bb [7] ^ Guido Calogero, A priori e a posteriori , In Enciclopedia Italiana , Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1929. ^ Giovanni Reale, Il pensiero antico , Vita e Pensiero, 2001, pp.\u00a0140-141. \u00abQualche studioso ha ravvisato nella reminiscenza delle idee la prima scoperta occidentale dell’ a priori \u00bb una teoria che pu\u00f2 essere accolta a patto che si distingua quello platonico dall’a priori kantiano che \u00e8 di tipo soggettivo. Le idee platoniche infatti sono, come anche Antonio Rosmini pensava in polemica con la dottrina kantiana, un a priori oggettivo: esse infatti sono oggetto della mente che le contempla e che con la reminiscenza \u00ab raccolta non produrre le idee, le coglie indipendentemente dall’esperienza anche se con il concorso dell’esperienza…\u00bb ^ Aristotele, Analitici secondi , Io, 2 ^ UN B a priori-a posteriori , In Enciclopedia Garzanti di Filosofia , 1977. ^ ( DI ) Karl von Prantl, Storia della logica in Occidente , IV, Lipsia, 1870, p.\u00a078. ^ Konrad Lorenz, L’altra faccia dello specchio , Adelphi, 1991 (in Ermeneutica , Volumi 8-9, Edizioni 4venti di Anna Veronesi, 1988, p.26) ^ Karl Popper, Tre saggi sulla mente umana , Armando Editore, 1994, pp.\u00a057-59, ISBN\u00a09788871444833. "},{"@context":"http:\/\/schema.org\/","@type":"BreadcrumbList","itemListElement":[{"@type":"ListItem","position":1,"item":{"@id":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/#breadcrumbitem","name":"Enzyklop\u00e4die"}},{"@type":"ListItem","position":2,"item":{"@id":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/2023\/12\/03\/a-priori-e-a-posteriori\/#breadcrumbitem","name":"A priori e a posteriori"}}]}]