[{"@context":"http:\/\/schema.org\/","@type":"BlogPosting","@id":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/2023\/12\/26\/vincenzo-giordano-orsini-cacciatorpediniere-wikipedia\/#BlogPosting","mainEntityOfPage":"https:\/\/wiki.edu.vn\/all2it\/wiki29\/2023\/12\/26\/vincenzo-giordano-orsini-cacciatorpediniere-wikipedia\/","headline":"Vincenzo Giordano Orsini (cacciatorpediniere) – Wikipedia","name":"Vincenzo Giordano Orsini (cacciatorpediniere) – Wikipedia","description":"Vincenzo Giordano Orsini Una fotografia dell’ Orsini . 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Descrizione generale Tipo cacciatorpediniere (1917-1929) torpediniera (1929-1941) Classe Sirtori Propriet\u00e0 Regia Marina Identificazione O Costruttori Odero Cantiere Cantiere navale di Sestri Ponente, Sestri Ponente Impostazione 2 febbraio 1916 Precauzionale 12 maggio 1917 Entrata in servizio 12 maggio 1917 Destino finale autoaffondata l’8 aprile 1941 Caratteristiche generali Dislocamento in carico normale 790 (o 845) t a pieno carico 850 (o 865) t Lunghezza tra le perpendicolari 72,5 m fuori tutto 73,5\u00a0m Larghezza 7,3 m Pescaggio 2,80-2,9 m Propulsione 4 caldaie Thornycroft 2 turbine a vapore Tosi potenza 15.500-16.000 HP 2 eliche Velocit\u00e0 30 nodi (55,56 km\/h) Autonomia 2000\/2100 miglia a 14 nodi Equipaggio 78 o 84-85 tra ufficiali, sottufficiali e marinai Armi Artiglieria ‘ Alla costruzione: ‘ ‘ Dal 1920: ‘ Siluri Altro attrezzatura per il trasporto e la posa di 10 mine tipo Bollo Nota Motto Furiosamente Warship 1900-1950 , Navypedia \u00c8 Sito ufficiale della Marina Militare italiana voci di cacciatorpediniere presenti su Wikipedia Il Vincenzo Giordano Orsini \u00e8 stato un cacciatorpediniere (e successivamente una torpediniera) della Regia Marina. Il nome dell’unit\u00e0 \u00e8 legato al politico e ufficiale garibaldino Vincenzo Giordano Orsini. Table of ContentsLa prima guerra mondiale [ modifica | Modifica wikitesto ” 1917 [ modifica | Modifica wikitesto ” 1918 [ modifica | Modifica wikitesto ” Gli anni venti e trenta [ modifica | Modifica wikitesto ” La seconda guerra mondiale [ modifica | Modifica wikitesto ” La prima guerra mondiale [ modifica | Modifica wikitesto ” 1917 [ modifica | Modifica wikitesto ” Costruito tra il febbraio 1916 ed il maggio 1917, l’ Orsini apparteneva alla classe Giuseppe Sirtori. Dopo l’entrata in servizio la nave oper\u00f2 in Adriatico, quale caposquadriglia della squadriglia \u00abOrsini\u00bb. Inizialmente fu comandante della nave e della squadriglia il capitano di fregata Ernesto Burzagli. L ‘ Orsini visto al traverso Nella notte tra il 13 ed il 14 agosto 1917 la nave, caposquadriglia di una squadriglia di quattro unit\u00e0, lasci\u00f2 Venezia unitamente alle altre unit\u00e0 della propria squadriglia (i gemelli Giovanni Acerbi , Giuseppe Sirtori , Francesco Stocco ) e ad altri sei cacciatorpediniere ( Gioco , Ardente , Audace \u00c8 Giuseppe Cesare Abba , che formavano una squadriglia, nonch\u00e9 Carabiniere \u00c8 Ponziere , che formavano una sezione) per scontrarsi con un gruppo di navi nemiche, ovvero i cacciatorpediniere Legame , Dolce , Velebit , Cecchino \u00c8 Dinari e 6 torpediniere, che avevano appoggiato un’incursione aerea contro la piazzaforte veneta (nell’attacco, portato da 32 velivoli, era stato colpito l’ospedale di San Giovanni e Paolo e vi erano stati 14 morti e circa 30 feriti) [Primo] . Solo l\u2019 Orsini riusc\u00ec ad avere un breve e fugace contatto con le navi austriache, che dovette tuttavia interrompere in quanto rischiava di essere mandato contro i campi minati avversari: persa di vista, la formazione austroungarica pot\u00e9 allontanarsi senza problemi [Primo] . Il 29 settembre dello stesso anno la nave, agli ordini del comandante Vaccaneo (caposquadriglia), usc\u00ec in mare assieme al resto della propria squadriglia ( Abba , Stocco ed Acerbi ), all’esploratore Sparviero ed alla squadriglia cacciatorpediniere \u00abAudace\u00bb (cacciatorpediniere Ardente , Ardito \u00c8 Audace ) a supporto di un bombardamento effettuato da 10 aerei Caproni del Regio Esercito contro Pola [Primo] . Pi\u00f9 o meno contemporaneamente, idrovolanti austroungarici attaccarono Ferrara, incendiando il dirigibile M 8 : a sostegno di tale attacco erano in mare i cacciatorpediniere austroungarici Sul mercato , Velebit , Ussaro \u00c8 Legame e le torpediniere TB 90f , TB 94f \u00c8 TB 98m [2] (per altre fonti le torpediniere erano quattro) [Primo] . Avvisata di tale attacco, la formazione italiana fece rotta su Rovigno, al largo della quale sarebbero probabilmente passate le navi avversarie di ritorno dall’azione: alle 22.03, infatti, lo Sparviero avvist\u00f2 unit\u00e0 sconosciute ad un paio di miglia, e due minuti pi\u00f9 tardi gli opposti gruppi aprirono il fuoco ingaggiando un breve scontro serale [2] . Giunte a 2000 metri di distanza, le navi aprirono un intenso fuoco d’artiglieria [2] . Secondo fonti italiane lo scontro si concluse alle 22.30, quando le due formazioni persero il contatto per via delle loro rotte divergenti (i due gruppi ripresero poi contatto alle 22.45, perdendolo per\u00f2 del tutto dopo qualche minuto), senza conseguire risultati di rilievo [Primo] . Secondo fonti austroungariche lo Sparviero (nave di bandiera del comandante della formazione, il Principe di Udine), dopo essere stato seriamente danneggiato da un colpo a segno, lasci\u00f2 la linea di combattimento e pertanto anche le altre navi italiane interruppero lo scontro e si ritirarono, mentre da parte austriaca il Velebit fu danneggiato da un proiettile italiano che mise fuori uso i sistemi di governo e provoc\u00f2 un incendio [2] . Esso Legame prese a rimorchio la nave danneggiata, ma a quel punto sopraggiunsero due cacciatorpediniere italiani che si portarono a circa mille metri, allontanandosi tuttavia dopo essere stati fatti oggetto del fuoco da parte dello Legame , del Velebit e delle torpediniere [2] . Il cacciatorpediniere in transito nel canale navigabile di Taranto Durante la ritirata di Caporetto, quando le truppe italiane si furono attestate sul Piave, l’ Orsini e la sua squadriglia furono adibite a rallentare, con il tiro delle proprie artiglierie, l’avanzata delle truppe austro-ungariche, bombardandone d’infilata le linee ed al contempo opponendosi ad attacchi di navi nemiche [Primo] . Il 16 novembre 1917 l’ Orsini lasci\u00f2 Venezia e fu inviato, insieme ad Gioco , Ardente , Abba , Audace , Acerbi \u00c8 Stocco , a contrasto del bombardamento effettuato dalle corazzate austroungariche Vienna \u00c8 Budapest contro le batterie d’artiglieria e le linee italiane di Cortellazzo (le due corazzate erano arrivate alle 10.35 davanti a Cortellazzo, aprendo quindi il fuoco contro le truppe italiane e venendo contrastate subito dalle artiglierie di terra e poi da tre attacchi aerei: dopo aver interrotto il fuoco alle 11.52 per non interferire con le proprie truppe di terra, le due unit\u00e0 si riportarono a tiro alle 13.30, aprendo il fuoco cinque minuti pi\u00f9 tardi) [Primo] . I cacciatorpediniere, portatisi ad ovest della zona attaccata, supportarono l’attacco dei Ma 13 \u00c8 15 che, insieme a quelli di aerei e dei sommergibili F 11 ed F 13 , contribu\u00ec a disturbare l’azione nemica, sino al ritiro delle due corazzate [Primo] . Il 28 novembre Sirtori , Stocco , Acerbi , Orsini , Gioco , Ardente , Ardito , Abba ed Audace , insieme agli esploratori Aquila \u00c8 Sparviero , partirono da Venezia e, insieme ad alcuni idrovolanti di ricognizione, si posero alla ricerca di una formazione austroungarica che aveva attaccato le coste italiane [Primo] . I cacciatorpediniere Triglav , Dolce \u00c8 Dinari e le torpediniere TB 78 , 79 , ottantasei \u00c8 90 avevano infatti danneggiato un treno e le linee ferroviaria e telegrafica alle foci del Metauro, mentre un secondo gruppo, composto dai cacciatorpediniere Dikla , Legame ed Huszar e da quattro torpediniere, aveva infruttuosamente attaccato dapprima Porto Corsini e poi Rimini [Primo] . Le due formazioni si erano poi riunite, iniziando la navigazione di rientro e subendo alcuni attacchi da parte di idrovolanti [Primo] . Le navi italiane dovettero rinunciare all’inseguimento allorch\u00e9 giunsero in vista di quelle nemiche nei pressi di Capo Promontore, troppo vicino a Pola, principale base navale austroungarica [Primo] . 1918 [ modifica | Modifica wikitesto ” L ‘ Orsini con colorazione mimetica, nella primavera del 1918. Nella notte tra il 13 ed il 14 maggio 1918 l’ Orsini (caposquadriglia), l’ Acerbi , il Sirtori , Esso Stocco e l’ Gioco , insieme alle torpediniere costiere 9 pn \u00c8 10 pn Ed Ai Ma 95 \u00c8 96 , fornirono supporto al fallimentare tentativo di attacco del barchino silurante \u00abGrillo\u00bb contro la base di Pola [Primo] [3] . L’operazione, al comando del capitano di fregata Costanzo Ciano, era gi\u00e0 stata tentata ma interrotta nelle notti tra l’8 ed il 9 aprile, tra il 12 ed il 13 aprile, tra il 6 ed il 7 maggio, tra il 9 ed il 10 maggio e tra l’11 ed il 12 maggio [Primo] . Le navi lasciarono Venezia alle 17.30 del 13 maggio [Primo] . I MAS rimorchiavano il barchino \u00abGrillo\u00bb, il cui rimorchio, giunti nel punto previsto, venne lasciato alle 2.18 [Primo] [3] . L’attacco del \u00abGrillo\u00bb si svolse tra le 3.16 e le 3.18, senza conseguire risultati e portando alla distruzione del barchino [Primo] . I MAS, illuminati dai proiettori alle 3.35 e poi alle 3.40, si allontanarono e si riunirono ai cacciatorpediniere in appoggio alle cinque del mattino, dirigendo quindi per tornare in porto [Primo] . Nella notte tra il 1\u00ba ed il 2 luglio 1918 i cacciatorpediniere Orsini (agli ordini del capitano di corvetta Domenico Cavagnari [4] ),, Acerbi , Sirtori , Stocco , Giuseppe Missori , Giuseppe La Masa \u00c8 Audace fornirono supporto a distanza ad una formazione composta da sette torpediniere (la squadriglia composta dalle torpediniere costiere 64 pn , 65 pn , 66 pn , 40 pn \u00c8 48 il , pi\u00f9, in appoggio, le torpediniere d’alto mare Clima \u00c8 Procione ) che bombard\u00f2 le linee austro-ungariche tra Cortellazzo e Caorle (procedendo a bassa velocit\u00e0 tra le due localit\u00e0) e simul\u00f2 poi uno sbarco (allo scopo furono impiegate le torpediniere 15 , 18 \u00c8 3 pn ed alcuni pontoni da sbarco fittizi a rimorchio) per distrarre le truppe nemiche e favorire l’avanzata italiana [Primo] . Il gruppo dei cacciatorpediniere si scontr\u00f2 anche con i cacciatorpediniere austroungarici A strisce \u00c8 Lago Balaton e con due torpediniere (la TB 83F e la TB 88F ), in mare a supporto di un attacco aereo su Venezia [Primo] [2] : le unit\u00e0 avversarie, partite da Pola nella tarda serata del 1\u00ba luglio, erano state infruttuosamente attaccate con un siluro da un MAS (lanciato contro il Lago Balaton , che aveva una caldaia in avaria) alle prime luci dell’alba del 2 luglio [2] . I cacciatorpediniere italiani giunsero in vista di quelli austriaci alle 3.10 ed aprirono il fuoco, provocando l’immediata reazione delle artiglierie delle unit\u00e0 austroungariche: ne segu\u00ec un breve scambio di cannonate, durante il quale le navi avversarie, specie il Lago Balaton , ebbero alcuni danni [Primo] . Nel corso dello scontro lo Stocco rimase danneggiato, con alcuni morti e feriti tra l’equipaggio [Primo] ed un incendio a bordo che lo costrinse a fermarsi (dopo aver evitato due siluri manovrando), privando la formazione italiana anche dell’ Acerbi , fermatosi per assistere la nave gemella [2] . Il Lago Balaton , colpito da diversi proiettili sul ponte di prua, si port\u00f2 in posizione pi\u00f9 avanzata, mentre MISSORI , Audace \u00c8 A tavola si scontroavano con il A strisce e le due torpediniere: entrambe le formazioni lanciarono i propri siluri senza risultato, mentre il A strisce fu colpito da un proiettile nel locale caldaie poppiero ed anche le due torpediniere furono colpite da un proiettile ciascuno [2] . Dopo qualche tempo le unit\u00e0 italiane si allontanarono e proseguirono nel loro compito, mentre quelle austriache ripiegavano verso Pola [Primo] [2] . Il cacciatorpediniere a Brindisi nel 1918. Nella mattinata del 4 novembre 1918 l’ Orsini , l ‘ Acerbi , il Sirtori e lo Stocco salparono da Venezia insieme alla vecchia corazzata Emanuele Filiberto (nave di bandiera del contrammiraglio Rainer, al comando dell’operazione), per prendere possesso di Fiume [5] . Durante la navigazione l’ Orsini , al comando del capitano di fregata Domenico Cavagnari, fu distaccato per l’occupazione dell’isola di Lussino: dopo essere transitato tra Zabudaki e Punta Bianca [6] , alle 13.15 del 4 novembre il cacciatorpediniere attracc\u00f2 a Lussinpiccolo, dove sbarc\u00f2 un contingente militare (nell’isola vi era gi\u00e0 una forte presenza di militari jugoslavi [7] ) e fu accolto favorevolmente dalla popolazione italiana [5] . Tuttavia sorsero fin dall’inizio notevoli problemi: dapprima vi fu la protesta di un ufficiale croato in precedenza arruolato nella k.u.k. Kriegsmarine, successivamente giunse in porto una torpediniera ex austro-ungarica, la TB 82 , divenuta jugoslava; a terra, il 5 novembre, la componente croata cerc\u00f2 di issare la bandiera jugoslava accanto a quella italiana (fu il comandante della TB 82 ad issare tale bandiera sul forte dell’isola, e l’indomani, il 6 novembre, anche i marinai ne alzarono una nella loro caserma [7] ) per dichiarare la sovranit\u00e0 della Jugoslavia su Lussino, e vi furono anche le proteste del clero croato [5] . Cavagnari riusc\u00ec tuttavia a persuadere i militari jugoslavi ad ammainare la propria bandiera ed a lasciarsi disarmare (facendoli poi imbarcare sulla TB 82 , che li port\u00f2 a Fiume il 7 novembre), proclamando cos\u00ec la sovranit\u00e0 dell’Italia sull’isola (tale opera gli valse poi il conferimento del titolo di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia) [4] . L’8 novembre l’ Orsini fu raggiunto dall\u2019 Acerbi ma la questione pot\u00e9 considerarsi conclusa solo il 20 dello stesso mese, con lo sgombero e disarmo dei forti, il trasferimento a Fiume di tutti i militari jugoslavi e la confisca di materiali bellici e di alcune navi (qualche piroscafo ed un panfilo) [5] . Nei giorni successivi all’armistizio il cacciatorpediniere comp\u00ec anche un’altra missione da Venezia a Fiume, attraversando per la prima volta tratti di mare con presenza di campi minati [4] [6] . Gli anni venti e trenta [ modifica | Modifica wikitesto ” Tre torpediniere tipo “tre pipe” alla fonda nel Mar Grande a Taranto: da sinistra Generale Antonino Cascino, Vincenzo Giordano Orsini \u00c8 Giuseppe Cesare Abba . Agli inizi del 1920 l’ Orsini fu coinvolto nelle vicende dell’impresa di Fiume. Il 2 febbraio 1920, infatti, il cacciatorpediniere ed il trasporto Citt\u00e0 di Roma , in navigazione da Ancona a Pola con un carico di provviste e munizioni per la Regia Marina, vennero catturati dai legionari dannunziani e fatti entrare a Fiume [8] [9] . Nel 1920 la nave fu sottoposta a modifiche che videro la sostituzione dei 6 cannoni singoli da 102\/35\u00a0mm Schneider-Armstrong 1914-15 con quelli del pi\u00f9 moderno modello da 102\/45 Schneider-Armstrong 1917 [dieci] [11] . Nella seconda met\u00e0 degli anni venti fu comandante in seconda della nave il tenente di vascello Francesco Dell’Anno, futura Medaglia d’oro al valor militare [dodicesimo] . Il 1\u00ba ottobre 1929 l’ Orsini , come le unit\u00e0 gemelle, fu declassato a torpediniera [dieci] . Nel 1931 l’unit\u00e0 trasport\u00f2 da Bardia, ov’era stato portato dopo la cattura, a Bengasi, dove fu processato e condannato a morte, Omar al-Mukhtar, capo della resistenza anti-coloniale libica [13] . Nei primi anni trenta la torpediniera venne impiegata a Taranto come nave scuola, inquadrata nel Gruppo Navi Scuola Meccanici [14] . Nel 1934 l’ Orsini era dislocata in Libia [15] . Il 3 giugno 1940, appena una settimana prima dell’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, la torpediniera, che si trovava ora in Africa Orientale Italiana, incontr\u00f2 nel Mar Rosso meridionale l’incrociatore leggero australiano Hobart [16] . La seconda guerra mondiale [ modifica | Modifica wikitesto ” L ‘ Orsini in bacino di carenaggio. All’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il 10 giugno 1940, l’ Orsini e l\u2019 Acerbi avevano base a Massaua, in Eritrea, base italiana sul Mar Rosso [17] . Comandava la nave, che era alle dirette dipendenze del Comando Marina di Massaua, il tenente di vascello Giulio Valente [17] [18] [19] . Stante la sua vetust\u00e0 e l’assenza di importanti azioni navali in Mar Rosso, l’ Orsini non prese parte a nessun episodio di rilievo, effettuando solo poche missioni di breve durata lungo le coste dell’Eritrea [17] [18] [19] . Secondo alcune fonti alcuni impianti da 40\/39 mm potrebbero essere stati sbarcati per integrare le difese di Massaua [20] . La torpediniera nel bacino San Marco a Venezia, probabilmente negli anni trenta. Ad inizio aprile 1941 le truppe inglesi occuparono gradatamente l’Eritrea. Il 7 e l’8 aprile 1941 l\u2019 Orsini contribu\u00ec all’ultima difesa di Massaua ormai prossima alla caduta: non appena furono avvistate le prime avvisaglie delle truppe britanniche, la torpediniera apr\u00ec il fuoco e bombard\u00f2 la localit\u00e0 di Embereni (una ventina di miglia a nord di Massaua [20] ) con i propri cannoni da 102\/45 mm e le mitragliere da 40\/39 mm, provocando pesanti danni e perdite tra le colonne motocorazzate inglesi ed obbligandole a rallentare l’avanzata, continuando a sparare sino a consumare tutte le munizioni [17] [18] [19] . Nella tarda mattinata dell’8 aprile furono terminate le munizioni e quindi, non potendo raggiungere alcun porto amico o neutrale, il comandante Valente ordin\u00f2 di avviare le manovre di autoaffondamento: furono aperte le valvole di allagamento e distrutti parte dei tubi in sala macchine (si decise di non minare la nave per non cagionare danni alla nave ospedale Ramb IV ed all’ospedale a terra, che non si trovavano lontani), quindi la nave inizi\u00f2 ad affondare con lentezza, poi, man mano che l’acqua iniziava a riversarsi nello scafo dagli obl\u00f2 lasciati aperti, si abbatt\u00e9 sul lato di dritta, si appopp\u00f2 ed infine s’inabiss\u00f2 impennando la prua [17] [18] [19] [21] . Non essendovi notizie circa un suo recupero o demolizione, il relitto dell’ Orsini dovrebbe giacere su un fondale di 27 metri di profondit\u00e0, mezzo miglio ad est della penisola di Abd el Kader, non distante dall’ex pontile del Comando Marina di Massaua [17] [18] [19] . 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